10 December 2005

Il regno delle statistiche

Numeri, dati, rilevazioni quantitative, medie, conteggi, cifre.
E'questo il mondo che ci circonda. Non appena intraprendi una comunicazione con un amico o con un conoscente, è prontamente sfornata da uno dei due la "sana", autentica, certificata statistica del momento. Per ogni matrimonio v'è un divorzio, per ogni laureato un altro che abbondona gli studi.
Non v'è santo che tenga. Di fronte ai numeri, come se evocassero una entità sacra e implacabile, tutti siamo pronti a cedere la forza e l'efficacia delle nostre argomentazioni. Basta affidarsi alla media settimanale per assaporare un senso di invincibile supremazia.
Una piccola percentuale, una semplice verifica numerica si trasformano in meravigliose formule magiche, in grado di stendere ogni altra discussione. La relazione personale, il legame reale, l'amore concreto diventano la relazione, il legame, l'amore del "tale dei tali".
Data l'elevata e la sofisticata operazione che sta dietro all'indicazione statistica, nessuno può metterne in dubbio l'indiscussa veridicità.
Tutto sta, comunque, nel non confondere il dato con il rapporto reale. Bisogna serbare sempre una certa dose di discernimento.
Il fascino del numero, che inquadra e stigmatizza la nostra vita, deve essere distinto dall'imprevedibilità della macchina umana.
Il bello dell'essere uomini risiede appunto nell'enigma del vivere. Se altresì si preferisce la meccanicistica corrispondenza tra la media e il singolo, si va verso la standardizzazione delle risposte.
I numeri son fatti per esser continuamente contraddetti.

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