ATTI DEL VIVERE
Narrar è l’onore del
Viaggiatore.
Scoprir è il piacere
Di chi venture pone
Come suo trono.
Vivere è la dolcezza
Di un profumo acerbo
Che matura fragranza
Spera di diventare poi.
Sognare all’anima è
Refrigerante pasto
A cui una consumazione
In sordina deve bastar.
Pensar è d’obbligo
Assai più che quasi
Sfamar angoscia
Cotidiana.
Amar è di parallelo
Viaggio sentore
E portato intrepido.
Il battito non conosce
Parole, sacrilegio è per
Lui il profanatore.
Non si specchia negli
Allori delle vanità
Intorno. Preferisce
un cantuccio umile che misera
cosa sembra
all’errante continuo per
Fisica impresa.
Amor schernisce chi
Di sua velleità
Gli rimprovera.
Non scende a patti,
non contrasta gli
insulti, non
s’arrende agli indugi.
Amar di diritto
S’arroga sicuro
Che spiegar non
Può a colui che
Di strali fa mestier
Eterno.
Amar si pone sopra
Le parti tanto suo
Alter esser non lo
Considera uguale
Agli altri.
Amar è d’esistere
Suo presupposto
Alleato mentre fatiche
Non vede.
Un armatore d’arte
Sua addestrato non
Potrebbe
Altrimenti corazzare
Sue mura
Come di amor
Fece sua dimora.
Le pareti
Si ribaltano
Contro gli
Sferzanti colpi
D’uscio.
Di vagar non
Ha voglia ma di
Rimanere in sue
Prigioni libere
Dal mondo
Vuole restar
Incatenato
Prima che ferri
Più duri
Spezzino la
Tenuta dei suoi
Lacci benevoli.
Non lo affligge
L’attesa, e nemmeno
Di sguardi vaghi
Si impressiona oltremodo.
Amar ha sua ragione
E parafrasar non pone
Alle frasi già dette.
Chi si accontenta del
Noto movimento della
Vita non dispregia, ma da solo
Si eleva a chi le cime
Non vide che in
Cartoline d’altre ore.